Profughi in parrocchia, un mese di tregua

Profughi in parrocchia, un mese di tregua

Arrivano da Etiopia, Eritrea, Somalia, sono quasi tutti giovani e fuggono dalla povertà e dal pesante servizio militare che li obbliga tutti, ragazzi e ragazze, nei loro paesi eternamente in guerrra, e ci sono anche tanti bambini. Sono arrivati in gommone attraverso il Mediterraneo, o a piedi, lungo la via dei Balcani, e dopo mille peripezie si sono ritrovati nel limbo della stazione Centrale di Milano. La parocchia della Beata Vergine Assunta di Bruzzano, alla periferia nord della città, libera nel periodo estivo dai consueti impegni annuali, per il secondo anno consecutivo ne ospita più di novanta. E’ un progetto di accoglienza a termine, fino ai primi di settembre, realizzato in collaborazione con la Fondazione Casa della Carità. Dal loro arrivo e per tutta la durata dell’accoglienza i rifugiati sono costantemente seguiti da operatori sociali, mediatori culturali e medici della Fondazione, insieme ai preziosi volontari che, ancora una volta numerosissimi, si sono mobilitati da Bruzzano e da altre parrocchie vicine: ad oggi sono già 80 le persone che si sono dette disponibili, alle quali si aggiungono una ventina di volontari dell’associazione Articolo 21 del carcere di Bollate. Il progetto é completamente autofinanziato, non prevede nessuno stanziamento di fondi pubblici; l’unico aiuto viene dal Comune di Milano, che fornisce i pasti attraverso la società Milano Ristorazione, quella che normalmente rifornisce le mense scolastiche. E’ una piccola esperienza, che però dà un segnale a tutta la città, è un territorio che, con la sua società civile, i cittadini, il volontariato, i suoi spazi e le attività locali, scieglie di impegnarsi e di vivere l’estate nel segno dell’accoglienza; almeno per un mese i rifugiati possono vivere un periodo di tregua nel loro viaggio difficile verso una vita migliore.


Un mese di tregua – Images by Dino Fracchia